Il Settore giovanile per La Polisportiva Vismara 2008 è una risorsa su cui il Presidente Flavio Parlani e tutta la dirigenza ha sempre scommesso con pieno merito come si è visto nelle ultime stagioni calcistiche con la risalita fino alla 1° Categoria – Regionale, con circa metà della propria rosa composta da giovani cresciuti nel vivaio, attualmente composto da circa 200 ragazzi suddivisi in tutte le categorie giovanili.
Le varie formazioni giovanili hanno sempre ottenuto con pieno merito ottimi risultati, in tutti i vari campionati in cui hanno partecipato ed inoltre si sono sempre ben comportate nei numerosi tornei sia Regionali e nella vicina Romagna.
Per impostare un lavoro in un settore giovanile di calcio con dei bambini è necessario che i dirigenti della società sportiva, i suoi tecnici e, non per ultimi, i genitori dei bambini tengano ben presente alcuni principi riportati anche nella Carta dei Diritti dei Ragazzi allo Sport ( Ginevra 1992 -Commissione tempo libero – ONU )
Ai bambini/e deve essere assicurato:
– diritto di divertirsi e giocare;
– diritto di fare sport;
– diritto di beneficiare di un ambiente sano;
– diritto di essere circondato ed allenato da persone competenti;
– diritto di seguire allenamenti adeguati ai propri ritmi;
– diritto di misurarsi con giovani che abbiano le stesse possibilità di successo;
– diritto di partecipare a competizioni adeguate alla propria età;
– diritto di praticare sport in assoluta sicurezza;
– diritto di avere i giusti tempi di riposo;
– diritto di non essere un campione.
Anche l’UEFA, per sottolineare i suddetti concetti e dare loro più significato, li
evidenzia in un decalogo da tenere, a mio avviso, sempre esposto in bacheca
(come per altro anche la Carta dei Servizi).
– Il calcio è un gioco per tutti
– Il calcio è creatività
– Il calcio è dinamicità
– Il calcio è onestà
– Il calcio è semplicità
– Il calcio deve essere svolto in condizioni di sicurezza
– Il calcio deve essere proposto con attività variabili
– Il calcio è amicizia
– Il calcio è un gioco popolare e nasce dalla strada
Prima di parlare di un progetto concreto di scuola calcio, ritengo opportuno analizzare alcuni cambiamenti fondamentali che ci vengono propinati dalla società attuale.
I bambini d’oggi non hanno molti spazi liberi in cui giocare (quali strade, prati,ecc…) ed il tempo libero a loro disposizione è sempre minore, visti i molteplici impegni in attività nelle quali il movimento è una componente marginale.
A questo va aggiunto che, in seguito allo sviluppo della tecnologia, della tv, del computer, della play station e di tanti altri giochi moderni, i bambini sono sempre più invitati a vivere tra le mura domestiche in modo assolutamente statico.
Si consideri inoltre il fatto che un bambino trascorre gran parte della giornata in una scuola in cui il movimento assume un ruolo marginale nel percorso formativo dei giovani. Il sistema scolastico italiano non prevede infatti la presenza, a livello di scuola elementare, di un insegnante di educazione fisica specializzato deputato all’insegnamento dell’attività motoria (cosa che avviene per altre materie, come la lingua straniera e la religione cattolica, ad esempio). Ne consegue che spesso ci si debba affidare alla buona volontà dei maestri e che talvolta l’attività motoria sia vista come un momento di svago o di rilassamento fra una attività cognitiva e l’altra invece che come momento di crescita motoria e personale.
In conclusione, ritengo di poter affermare che una società sportiva che si definisca tale debba avere, oltre ad una valenza sociale, anche un ruolo fondamentale nella crescita e nell’educazione dei bambini, quindi ritengo che l’attività sportiva è uno dei mezzi migliori per aiutare il ragazzo a maturare e a crescere, in quanto lo sport spinge il giovane:
– ad impegnarsi,
– a cercare di migliorarsi,
– a mettersi continuamente alla prova,
– a stringere rapporti sociali,
– a comprendere il sacrificio e l’umiltà,
– ad assumersi delle responsabilità,
– a divenire membro di una collettività nella quale vigono, per ciascuno, diritti e doveri.
Responsabile del Settore Giovanile della Polisportiva Vismara 2008 è Luca Dominici, classe 1973, da sempre nel mondo del Calcio. Cresciuto calcisticamente nelle giovanili della Vis Pesaro, partendo dalla categoria Pulcini fino alla I° Squadra, per poi concludere il suo percorso nel 2000, dopo aver giocato anche in altre società di Promozione e I° Categoria. Nella stagione 1994/1995 inizia il suo percorso da allenatore alla Scuola Calcio Azzurra Colbordolo, dedicandosi quasi esclusivamente alla categoria Pulcini fino al 2011. Dopo quasi 2 anni di pausa, nel 2014 abbraccia il progetto della Polisportiva Vismara 2008, prima come allenatore, sempre con la categoria Pulcini, e dal 2019 anche come Responsabile del settore giovanile. Fortemente voluto in questo ruolo di responsabilità dal Presidente Flavio Parlani, con la prospettiva di portare sempre più giovani del settore giovanile nella rosa della Prima Squadra. Con il rinnovamento dell’impianto sportivo, afferma lo stesso Luca Dominici, l’obiettivo è anche quello di aumentare il numero dei ragazzi del nostro Centro calcistico di base. La centralità del progetto societario sarà sempre improntata nella crescita dei ragazzi sia come calciatori nonché come individui. Crediamo molto nel valore etico e sociale del calcio. Per ora siamo partiti con un gruppo di lavoro nell’attività di base che crede nello stesso metodo di lavoro: il “Coerver” abbinato agli “small side games”, metodologie che offrono ai nostri ragazzi la possibilità di toccare costantemente la palla. Senza tralasciare l’importanza delle capacità coordinative e le abilità motorie ed ogni singola annata ha ovviamente i suoi obiettivi. I prossimi passi saranno rivolti alle categorie agonistiche, dai giovanissimi alla juniores, dove si cercherà di dare continuità a ciò che viene fatto precedentemente, cercando di dare al ragazzo più conoscenze ed esperienze possibili senza trascurare il concetto del risultato. Non tanto per quanto riguarda la classifica, ma in relazione all’impegno settimanale in preparazione alla gara. Quindi sarà un lavoro non solo tecnico e tattico, ma anche motivazionale.